La Corte europea dei diritti dell'uomo rigetta i ricorsi dei pensionati contro il decreto Poletti

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La CEDU ha respinto i ricorsi dei pensionati contro il decreto Poletti che disapplicava di fatto la sentenza della Corte Costituzionale 70/2015 che definiva incostituzionale la mancata perequazione delle pensioni, sostituendola con bonus scalari. L'ulteriore sentenza della Consulta 250/2017 definiva il decreto Poletti in linea con la sentenza 70 soddisfacendone le richieste.

Tra la prima sentenza 70 e la seconda 250  c'era già stato  un inversione  di orientamento sostanziale aprendo tra l'altro la strada alla possibilità di ulteriori interventi restrittivi subordinandoli all'interesse generale (leggi bilancio dello stato ).


Contraddicendo se stessa la Corte Costituzionale, rimaneggiata in alcuni suoi componenti e sottoposta ad evidente pressioni da parte del governo Renzi, riteneva soddisfatta la sentenza del 2015 e dava mano libera ai governi futuri per operazioni analoghe alla mancata perequazione.


La sentenza della CEDU ribadisce l'attenzione della UE alle pensioni e alla spesa pensionistica per distruggere il sistema pensionistico pubblico, recuperarne le risorse e orientare i lavoratori verso le assicurazioni private e i fondi pensione.
La sentenza della CEDU apre a nuove possibili operazioni di prelievo dalle pensioni come la proposta del prof. Brambilla di un prelievo dello 0.35% da ogni pensione come contributo di solidarietà per le pensioni minime.

La definizione di contributo di solidarietà è in linea con la sentenza della Consulta e della Cedu e mette il governo al riparo  da ricorsi eventuali. È evidente che ci troveremmo di fronte ad una nuova tassa sulle pensioni che già versano ogni anno 53 miliardi di irpef nelle casse dello stato.

Una strana versione della flat tax che aumenta il prelievo fiscale chiamandolo anziché tassa, contributo di solidarietà. A parte il fatto che tali risorse non consentirebbero un reale incremento delle pensioni minime, ma i miliardi risparmiati dalla mancata perequazione e regalati al governo da parte della CEDU che fine faranno ?


Unico elemento positivo è la fine della speculazione degli studi legali sui pensionati avendo costruito un vero e proprio business dei ricorsi con la sciocca complicità di inadeguate associazioni di pensionati. Una ben magra consolazione e pagata a carissimo prezzo.


È evidente che non esiste ( come del resto non è mai esistita) una via giudiziaria al socialismo e comunque alla giustizia sociale.


Solo la mobilitazione dei pensionati garantisce la difesa del sistema pensionistico pubblico e dell'erogazione delle pensioni senza taglieggiamenti progressivi. È su questo terreno che bisognerebbe aprire il confronto finendola con le passerelle pubblicitarie.  




USB PENSIONATI