PENSIONI GUERRA TRA POVERI – IL CAPITALE RINGRAZIA

Roma -

PENSIONI

GUERRA TRA POVERI – IL CAPITALE RINGRAZIA

 

In questi ultimi giorni, a seguito della pubblicazione della proposta di legge di bilancio 2022/2023 del Governo Meloni ed in particolare del meccanismo automatico di rivalutazione delle pensioni, si è assistito ad un profluvio di tabelle con i più svariati importi.

E’ bene quindi richiamare tutti alla prudenza ed aspettare le indicazioni ufficiali e la circolare dell’INPS sui possibili totali, per non fornire dati che potrebbero rivelarsi assolutamente fuori misura.

L’unica certezza che si ha in questo momento, quando ancora il parlamento sembra voler intervenire a correzione di quanto “bollinato”, è il superamento del meccanismo di perequazione su tre fasce stabilito dalla L.300/2000, modificato dalla L.160/2019 (100% dell’inflazione fino a 4 volte il trattamento minimo, 90% tra 4 e 5 volte, 75% oltre 5 volte) per un modello fondato su sei fasce, che comporterebbe una perdita in termini di rivalutazione per le pensioni di importo medio.

Vedi in proposito l’articolo pubblicato su Contropiano

 

(link https://contropiano.org/altro/2022/12/15/il-governo-meloni-fa-cassa-sulle-pensioni-0155403)

 

Se come sembra ormai certo il Governo intende far cassa ancora una vota sulle pensioni, non diversamente dai tanto vituperati “governi tecnici”, è altrettanto chiaro che una semplice rivalutazione dei trattamenti pensionistici più bassi, rispetto al dato inflattivo stabilito dal ministro dell’Economia, è pari ad un obolo caritatevole, soprattutto se paragonato al taglio del prelievo fiscale previsto con l’estensione della flat-tax per le cosiddette partite iva (vere o presunte)

Un regalo di oltre 4.000 euro a queste ultime, di fronte ai “favolosi” 38,35 euro mensili previsti come recupero del potere di acquisto rispetto al “caro vita” per una pensione minima di 525,38 euro, che si vorrebbe aumentare a 600,00 ma solo per gli ultrasettantacinquenni,

Ma la notizia ancora più inaccettabile, se verificata, è che per mitigare gli effetti della riforma del meccanismo di perequazione (dalle tre alle sei fasce di cui sopra) la maggioranza di governo in parlamento sta ipotizzando di trovare le risorse riducendo ulteriormente di un altro mese, da 8 a 7, il riconoscimento del reddito di cittadinanza.

Come a dire la guerra tra poveri è ufficialmente aperta ed il capitale ringrazia.

Contro tali scelte, che un governo dichiaratamente di classe sta per assumere, la Usb Pensionati dichiara la sua partecipazione a tutte le iniziative di lotta e di mobilitazione, portando in piazza ed alle istituzioni una proposta di revisione del sistema pensionistico ed intervenendo in difesa del reddito di cittadinanza entrambi sotto attacco.

Roma 17 dicembre 2022 USB Pensionati FdS