Perché in Francia sì e da noi no?

Roma -

L'ondata di scioperi che sta attraversando la Francia è la giusta e sacrosanta opposizione allo stravolgimento del sistema previdenziale. In Francia l'età per la pensione è di 62 anni e sotto la spinta della lotta, rimarrà così e porteranno gradualmente il limite a 64 anni nel 2027. Perché in Italia non c'è stata la stessa opposizione alla legge Fornero che ha portato l'età pensionabile a 67 anni riducendo con il calcolo contributivo la pensione stessa. In Italia c'è una legge antisciopero che impedisce forme di lotta come quelle francesi e rende gli scioperi ininfluenti attraverso la loro diluizione nel tempo. Tutto questo con la complicità di CGIL CISL UIL che non mettono in discussione la legge antisciopero, che non hanno fatto opposizione alla riforma Fornero e che cercano di impedire in tutti i modi ad organizzazioni sindacali come la nostra di costruire forma di mobilitazione sociale. Questo succede perché CGIL CISL UIL hanno accettato di subordinare gli interessi legittimi di lavoratori e pensionati alle esigenze dei vari governi e alle indicazioni dell'Unione Europea con i vincoli di bilancio e il debito sovrano. La lotta in Francia coinvolge tutte le categorie e difende stato sociale e diritti universali. Forse noi in Italia non abbiamo gli stessi problemi con il lavoro, la sanità, la previdenza, l'assistenza sociale ? Sembrerebbe di no. Noi pensionati non possiamo chiamarci fuori da questi problemi e abbiamo l'obbligo morale di difendere le nostre conquiste per noi e per i nostri figli e nipoti. Non possiamo scioperare, ma possiamo manifestare unitariamente senza farci imbrogliare dalle finte iniziative come quelle di CGIL CISL UIL che prima concordano con il governo e poi fingono di fare le lotte così che le briciole che ci danno sembrino conquiste.